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La Madonna della Salute a Villanova.

La devozione alla Madonna della Salute nel Veneto e nei territori vicini risale al tempo delle grandi epidemie di peste. Durante una delle più terribili (1630), il Senato di Venezia decise la costruzione di una grande chiesa dedicata alla Madonna presso lo sbocco del Canal Grande nel bacino di San Marco; la Basilica della Salute, iniziata nel 1631 su progetto di Baldassarre Longhena, fu consacrata nel 1687.
La Madonna della Salute viene ricordata il 21 novembre (memoria liturgica della Presentazione della Vergine). Già nel XVII secolo vennero costruiti edifici sacri con questo titolo in tutto il Dominio veneziano; altri, invece, risalgono a un’epoca più recente, in particolare all’Ottocento, un secolo funestato da diverse epidemie di colera.
Fu proprio in quel periodo che anche Villanova ebbe la sua prima chiesetta. La contrada era, fra le cinque che formavano la parrocchia di Falzè, quella più distante dalla chiesa parrocchiale (oltre un miglio); eppure, era ancora priva di un edificio sacro, anche se è probabile che esistesse da tempo un’edicola a protezione del “colmello”.
La chiesa fu costruita grazie alla munificenza della famiglia Bernardi di Pieve di Soligo, proprietaria di buona parte della contrada. I Bernardi provenivano da Collalto e, probabilmente aspirando a imitare quanto fatto dai Conti nei paesi vicini, vollero dare anche al “loro” borgo un minimo di autonomia dal punto di vista devozionale.
Nel 1875 Giuseppe Bernardi – d’accordo col parroco Giacomo Franceschini e colla collaborazione della popolazione – fece costruire una chiesetta votiva dedicata alla Madonna della Salute, non come cappella privata ma come oratorio pubblico. Nel 1886 il nuovo edificio è citato per la prima volta in una Visita pastorale. Giuseppe morì nel 1897, dopo aver raccomandato al figlio Antonio di continuare ad occuparsi della “sua” chiesa in accordo col parroco e i “colmellisti”, ossia gli abitanti di Villanova.
L’avvocato Antonio Bernardi, più volte sindaco di Pieve e di Sernaglia, era una figura di spicco nel Quartier del Piave fra ‘800 e ‘900. Con il sostegno di molti “colmellisti”, egli intendeva gestire in maniera autonoma – anche dal punto di vista finanziario – la chiesetta, costruita e mantenuta a spese della sua famiglia.
Don Pietro Dal Vecchio – successore di don Giacomo – e i fabbricieri di Falzè, però, non volevano che l’edificio fosse sottratto alla giurisdizione parrocchiale. Nel 1915, in base a un compromesso approvato personalmente dal vescovo Rodolfo Caroli, la gestione finanziaria passò alla fabbriceria, ma con una contabilità separata.
La chiesetta, gravemente danneggiata nel 1917/18, fu ricostruita negli anni successivi e benedetta nel 1929; l’interno fu decorato dai pittori Barbieri di San Polo e dallo stuccatore Luigi Conte di Moriago, e la vecchia pala dell’altare, perduta durante la guerra, fu sostituita con la statua della Madonna.
L’edificio fu poi ampliato con l’aggiunta dei portici laterali nel 1975, quando si poteva ancora contare sul sostegno dei Bernardi. Dal 1990, dopo la morte dell’ultima erede, la signorina Lucia, alla chiesa è definitivamente mancato l’aiuto dei suoi “patroni” e benefattori, ma non quello della popolazione.
Infatti, gli abitanti di Villanova continuano ad occuparsene con grande dedizione, anche perché la Madonna della Salute ha avuto un ruolo importante nella trasformazione di quella che era una semplice contrada in un paese che, per vari aspetti, è oggi dotato di una sua autonomia.
Martino Mazzon

Foto di Fotoclub Sernaglia

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