La chiesetta di Santa Croce si trova in una zona oggi, e ancor più in passato, abbastanza periferica, molto vicino ad una casa padronale su cui si leggono le date 1587 e 1588, la quale è probabilmente l’edificio più antico del paese giunto sino a noi.
Anche la cappella risale più o meno alla stessa epoca, dato che non è mai documentata fino alla fine del Cinquecento, ma esisteva sicuramente nel 1650, quando donna Angela, vedova di Pietro Gosetto, lasciò un legato al pievano di Sernaglia, “rettore e custode” della cappella, perché in essa si celebrassero tre messe all’anno in perpetuo.
La più antica raffigurazione dell’edificio si trova però in uno dei disegni del “Libro catastico” dell’Abbazia di Vidor del 1704/05, nel quale è già visibile anche la grande croce davanti all’edificio, dove un tempo si concludeva la processione della Via Crucis; per questo motivo una delle strade che portano alla cappella ha preso il nome di via Calvario.
Nelle Visite pastorali del vescovo Lorenzo Da Ponte (anni ‘740-‘760) viene detto che la chiesetta apparteneva alla comunità di Sernaglia, ed era bisognosa di riparazioni; in particolare, mancavano i vetri alle finestre. Alla prima metà del ‘700 risale anche la pala che un tempo ornava l’altare, che riporta la data 1732 e il nome “Joseph Blathettus”, forse la firma del pittore, un artista certamente legato all’area nordica, che si è ispirato a modelli provenienti da stampe. Il dipinto, che rappresenta la Crocifissione e quattro piccole scene della Passione, è stato fatto trasportare da don Olivo Visentin nella Chiesa parrocchiale.
La chiesetta della Croce, dopo la distruzione della chiesa di Santa Maria Assunta e della chiesetta di San Rocco nel 1917/18, ha svolto le funzioni di parrocchiale dal 1919 al gennaio 1921, quando è stata sostituita da una chiesa-baracca, e di nuovo, dopo l’incendio di quest’ultima, dal novembre dello stesso 1921 fino all’estate/autunno del 1922, quando si iniziò a celebrare nella più capiente chiesetta di San Rocco, ormai ricostruita.
Negli anni ’70 del ‘900 don Olivo ha fatto risistemare le rampe di accesso ed il piazzale, al centro del quale si innalza ancora oggi una grande croce in legno, simile a quella visibile nel disegno del 1704/05; fino a qualche decennio fa ad essa erano fissate le raffigurazioni degli strumenti della Passione.
Martino Mazzon