Per aperture e visite guidate contattare il numero 0438 965373

San Rocco (“Monumento ai caduti”) di Fontigo

La chiesetta di San Rocco (“Monumento ai caduti”) di Fontigo.
A Fontigo la chiesa parrocchiale di San Nicolò rimase per secoli l’unico edificio sacro; solo all’inizio del ‘700 fu costruito un oratorio dedicato a San Rocco (un secolo dopo quello di Sernaglia).
Nel 1729 il nuovo edificio no

n era “ancora stabilito” e non vi si celebrava; nel 1742, invece, il parroco dichiarava che “da visitarsi vi è il solo oratorio di San Rocco ultimamente fabricato a spese della Communità”. È possibile che la chiesetta abbia sostituito un capitello più antico dedicato a San Rocco.
Nell’oratorio si celebrava il 16 agosto e il 21 novembre; la dotazione di arredi e paramenti fu sempre limitata e non corrispondente alle prescrizioni della Chiesa, come è testimoniato dalle Visite pastorali dal ‘700 all’inizio del ‘900; in particolare, in quelle di Lorenzo da Ponte fu ordinato di indorare il calice e procurare una pianeta “multicolore”, utilizzabile in feste con diverso colore liturgico.
La chiesetta, come quasi tutto il paese, fu distrutta dagli eventi bellici nel 1917/18 e nel dopoguerra fu ricostruita come “cappella espiatoria” a ricordo dei caduti, secondo un desiderio espresso dalla “maggioranza della popolazione” il 24 ottobre 1926.
Ciò avvenne per l’interessamento del parroco Ettore Benvegnù-Pasini, invalido di guerra, e del capitano Tullio Pillonetto di Sernaglia; la chiesetta, progettata dal geometra Attilio Maroso – anch’egli mutilato di guerra – e terminata nel giugno 1927, fu benedetta il 27 ottobre successivo.
A quell’epoca un divieto governativo proibiva nuovi monumenti in forma di gruppi scultorei (come quelli di Sernaglia e Falzè), per motivi di risparmio; Pillonetto, tuttavia, sottolineò come la chiesetta fosse un luogo significativo per il ricordo dei caduti anche perché il piazzale antistante era stato teatro di un’imboscata degli Austro-Germanici nei confronti degli Italiani in fase di avanzata, nella quale era rimasto ucciso il sottotenente Augusto Berti (27 ottobre 1918).
Con la ricostruzione fu aggiunto all’edificio un colonnato ispirato all’architettura greca, per ospitare lapidi con i nomi dei caduti e altre iscrizioni. La pala dell’altare (1927), di Antonio Pigatti, raffigura Maria “Regina Pacis” e scene di guerra; san Rocco, è raffigurato in una statua lignea con gli abiti e la conchiglia dei pellegrini, opera di un artista della Val Gardena.
La trasformazione in Monumento ai Caduti ha permesso alla chiesetta di San Rocco di mantenere il suo carattere “comunitario”, non solamente nel senso di “comunità parrocchiale” ma anche in quello più ampio; un carattere, questo, che l’edificio aveva avuto fin da due secoli prima, quando era stato “fatto dalla Communità” e “a spese della Communità”.

Martino Mazzon

Foto: Fotoclub Sernaglia

Post a comment

Accetto la Privacy Policy